TALMA E LE ALTRE EROINE

Le protagoniste femminili nei videogiochi ci sono sempre state e sembra che ce ne siano e ce ne saranno sempre di più. Ne potrei nominare molte, ma mi limito alle più famose. Non tutti sanno (anche per me è stata una recente scoperta!) che dentro l’esoscheletro di Metroid (1986) si nasconde Samus Aran, da molti considerata il primo vero personaggio femminile protagonista di un videogioco. Chi non conosce invece l’iconica archeologa Lara Croft di Tomb Raider (1996)? O la stilosa e sensuale strega Cereza di  Bayonetta (2009)? Avvicinandoci ai giorni nostri è impossibile non citare la cacciatrice di macchine Aloy di Horizon Zero Dawn (2017).

Le altre eroine

Cosa hanno in comune tutte queste donne? Sono belle, giovani, forti e riescono sempre a risolvere tutti i problemi che si tratti di esplorare templi inaccessibili e diroccati, farsi strada tra pericolosi dinosauri meccanici, eliminare orde di angeli del paradiso o di pirati spaziali sfidando la morte e prendendosene gioco.

Se avete vestito (o in alcuni casi svestito) i panni di almeno una di queste eroine così adrenaliniche, votate all’azione, all’avventura, all’esplorazione, allo scontro, alla sopravvivenza, alla sopraffazione dell’altro e vi chiedessero di mettervi nei panni di un’anziana signora che a malapena riesce a muoversi e il cui raggio d’azione non si estende oltre dieci metri della sua fattoria in mezzo al nulla, lo fareste? Sono sicuro che rispondereste di no. Beh io l’ho fatto per voi e vi racconto la mia esperienza.

Talma

Talma è la protagonista di The stillness of the wind. La si può definire tranquillamente l’esatto contrario delle ragazze sopra menzionate. Non è giovane, non è veloce, non è in forma, non è bella, né stilosa, né eroica. Non deve salvare nessuno, non deve avventurarsi in mondi enormi ed epici, non deve uccidere anima viva (anche perché abita nel deserto), non diventa più forte a mano a mano che supera delle prove. Anzi ogni giorno che passa diventa più stanca e debole ed anche le giornate che all’inizio sono più lunghe e soleggiate, verso la fine diventano sempre più corte e tormentate da eventi atmosferici avversi. Realistica e perfetta metafora della vita, anche le scelte cromatiche sono una chiara espressione della stagione che Talma sta vivendo. I toni caldi dei rossi, degli arancioni, dei gialli e dei marroni richiamano chiaramente la fine dell’autunno che è la stagione della maturità e che lascerà spazio all’inverno, la stagione finale. Quando al mattino apre la porta della sua fatiscente casetta si muove a fatica, lentamente, coperta dal suo vestito rattoppato, la schiena curvata dal peso degli anni. Se nei videogiochi AAA l’escapismo è il diktat videoludico, gli sviluppatori indie possono permettersi di andare controcorrente e decidere di farci vivere una semplice e malinconica storia di un’anziana signora e la sua solitudine.

L’unico contatto umano

The stillness of the wind è un inno alla semplicità, al ritorno all’essenziale, alla vecchiaia vissuta degnamente e serenamente come ultima stagione della vita in attesa dell’inevitabile finale. In Talma si possono scorgere non tanto il rifiuto della civiltà quanto una presa di coscienza delle cose che contano e che ha sempre fatto sin da quando era bambina. Prendersi cura delle galline, raccogliere le uova, dar da mangiare alle capre e mungerle, fare il formaggio, zappare la terra per piantare dei semi, andare al pozzo per prendere l’acqua ed annaffiare il terreno aspettando che nascano gli ortaggi. A sera, quando la giornata volge al termine e le ombre si allungano, bisogna ricordarsi di chiudere i cancelli, prepararsi un pasto frugale con ciò che abbiamo raccolto o coltivato, sedersi sulla vecchia  poltrona e leggere un libro o le lettere che i suoi cari le spediscono per tenerla aggiornata sulle loro vite ben più piene e significative. Ma chi definisce cosa sia una vita piena e significativa? In un saggio intitolato Serenità – L’arte di saper invecchiare il filosofo tedesco Wilhelm Schmid ci dice che

la noia è il nemico mortale dell’uomo moderno: sempre la stessa cosa, nessun cambiamento, niente di nuovo. L’ostilità moderna verso l’abitudine non colpisce solo chi sta invecchiando.Tutti sanno quanto faccia bene avere nella propria vita un luogo in cui ritirarsi e liberarsi da impegni sempre nuovi, anche solo temporaneamente, indossando vestiti vecchi. Le abitudini sono rilassanti, perché sono affidabili e ripetitive.”

Sembra che Talma abbia preso alla lettera queste parole, le abbia fatte sue rifiutando di spostarsi verso la città piena sì di novità ed opportunità, ma anche di problematiche. A Talma basta accarezzare le sue caprette.

Mungere ed accarezzare le caprette è l’attività preferita di Talma

Al giocatore viene lasciato il compito di decidere come far trascorrere le giornate a Talma. Si può seguire una specie di routine lavorativa oppure alternare le varie attività. Si può decidere di non fare nulla o addirittura sprecare il tempo tracciando dei segni nel terreno con un bastone. Ci si può anche incamminare nei dintorni della fattoria o aspettare nei pressi della cassetta delle lettere il passaggio di un nostro vecchio amico d’infanzia che è anche una specie di venditore ambulante. Con lui potremo barattare i nostri prodotti con fieno per le capre, altre galline o oggetti che possono abbellire la nostra casa o il cortile della fattoria. E’ l’unica persona con cui scambiare qualche parola, per il resto tutta la narrazione del gioco è affidata alle lettere che ci verranno consegnate. Il distacco da una vita frenetica e piena di preoccupazioni che si percepisce attraverso le lettere dei suoi parenti e amici ha senso in quanto Talma non fa parte di quel mondo. La solitudine è il sentimento umano che emerge prepotentemente da questo gioco. Ma qui bisogna fare una distinzione che nella nostra lingua non può essere fatta. Per quanto io ritenga spesso inopportuno l’uso della lingua straniera, in questo caso bisogna fare affidamento a due termini inglesi che pur se apparentemente simili, esprimono due concetti diversi. Mentre loneliness esprime un disagio derivato dal sentirsi esclusi, solitude al contrario, è una scelta determinata che serve a riappropriarsi della esclusività di se stessi. Ecco, quella di Talma è una solitude, non una loneliness. E quindi per un effetto di traslazione Talma invita il giocatore a scegliere di immergersi nella solitude, in quel tempo votato alla riflessione, alla ricerca interiore e alla crescita. Come diceva Pasolini “bisogna essere molto forti per amare la solitudine”.

Talma di forza ne ha tanta, addirittura è più forte di tutte le Lara, Samus, Aloy e Bayonetta messe assieme.

Questo articolo è già apparso su Oucast.it revisionato e censurato da Andrea Peduzzi